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critica

Flavia Sagnelli 
Curatore Arte Spoleto
​
2020

Le opere di Gerry Turano sono caratterizzate da una continuità delle linee che crea la piacevole illusione ottica che non abbiano inizio né fine, come un perfetto ed armonico groviglio. Vi è una forte compenetrazione geometrica e l'artista riesce a plasmare l'argilla e il cemento in modo virtuoso, creando movimento sinuoso nelle linee e rendendo dinamica la scultura. La combinazione delle forme si traduce in un astrattismo simbolico, come a voler rappresentare il costante desiderio di ricerca e conoscenza della mente umana.

Salvatore Russo su “Effetto Arte”
 
2011

La grande forza di Turano sta nel reinventare il linguaggio visivo tradizionale tramite una personale rielaborazione di assoluta originalità. Dietro alle sue formidabili opere c’è un mondo che fa fede alla condizione esistenziale che ogni giorno l’uomo comune si trova a vivere e ad affrontare con coraggio. Un’espressione artistica che verte sull’uomo e le sue passioni e che arricchisce se stessa con riflessioni di grande importanza e spessore maturate dalla grande sensibilità di questo artista, che misura la passione dell’uomo.

Paolo Levi su “Monreale - una raccolta d’arte contemporanea italiana”
 
2010

Gerry Turano presenta sculture di un modellato rigoroso ed essenziale. I profili geometrici che caratterizzano queste opere sono definiti da un cromatismo dominante, una patina bianca su cui si inseriscono sottili sfumature declinate tono su tono. L’artista ricorre a una eterogenea amalgama di materiali, creando corrugamenti che percorrono le superfici senza tuttavia alterare la loro compattezza. La scelta tonale del bianco conferisce un senso di ordine che si riflette nell’intersecarsi netto dei contorni. Dietro a questi lavori di pura astrazione si trova un’interessante ricerca concettuale. Tracce residuali si materializzano per diventare strutture portanti, mentre aperture sbieche sembrano mettere in comunicazioni dimensioni aliene, in un percorso che non si accontenta di seguire sentieri già noti ma si dilata in proiezioni spaziali inedite.

Pablo Echaurren
 
 1999

Anche i quadri, i disegni di Gerry sono parti di un fumetto che non è stato fatto, un fumetto muto, il cui resto si percepisce, si intuisce, ma non si può leggere perché volutamente non è stato scritto. Ognuno può farlo da sè, se vuole, o lasciarlo esistere solo nello spazio virtuale delle cose pensate, immaginate, amate e proprio per questo lasciate in libertà (...)

Fabiana Mendia
2005

Il difficile gioco di allusioni che il principe scelse per la decorazione del villino è stato riletto con spirito fantastico da Turano che, partendo dalla grafica pubblicitaria, le utilizza per smaterializzare le forme. Su carta rigorosamente da imballo, il suo tratto segna delle fantasmagoriche immagini dense di valenze degne dei più complicati rompicapi. Ma per comprenderlo bisogna ricordare di “Appropriarsi del simbolo. L’artista lo fa per inventare e non importa come lo interpreta. L’artista è Matto e fa come gli pare” (...

Lucia Collarile
 
 2005

È un’arte che possiede una forte connotazione psichica e che, contrariamente alle apparenze, non vuole generare un puro svago o sterile estetismo ma che con sottigliezza ci induce alla ricerca filosofica. Ciò che può sembrare un gioco, un divertissement, è invece un invito verso una diversa Conoscenza, pur se nei limiti di una non-celata e dissacrante ironia (...)

Fabrizio Federici
 
 2005

Ne risulta un contesto espressivo molto particolare: che ricorda, al tempo stesso, le scenografie del futurismo italiano e dell’espressionismo tedesco, le incisioni dei grandi maestri nordici - da Durer a Bosch - e il movimento della grafica pubblicitaria (Turano è art-designer) e, perché no, del fumetto, dagli USA a Jacovitti. Il suo universo culturale è quello della Sicilia: arricchito, però, sulle orme di Pirandello e Sciascia, da cospicue presenze nordiche (...)

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